Analisi Stato di Degrado delle Coperture
Da qualche mese attiva La Prassi UNI/PdR 152-1:2023 che indica una uniformazione nazionale dei protocolli di valutazione. Fabrizio Protti Presidente dello Sportello Amianto Nazionale invita Governo e Regioni a valutarne l’applicazione universale per eliminare le disomogeneita’ valutative.
La Prassi UNI/PdR 152-1:2023, intitolata “Materiali contenenti amianto – Parte 1: Valutazione dello stato di conservazione delle coperture e tamponamenti contenenti amianto in matrice cementizia”, rappresenta un’importante innovazione nel campo della gestione del rischio legato alla presenza di amianto negli edifici. Questo documento, frutto della collaborazione tra lo Sportello Amianto Nazionale e l’Ente Italiano di Normazione (UNI), nasce dall’esigenza di uniformare a livello nazionale i criteri per la valutazione del degrado delle coperture in cemento-amianto (C/A), superando le attuali disomogeneità nei metodi di valutazione utilizzati dalle diverse regioni italiane.
Contesto e motivazioni
L’origine della prassi è strettamente collegata a uno studio comparativo condotto dallo Sportello Amianto Nazionale, che ha evidenziato come, in diverse regioni italiane, esistano protocolli locali per la valutazione dell’indice di degrado dei materiali contenenti amianto. Tuttavia, questi approcci regionali risultano spesso disomogenei e applicano criteri e algoritmi differenti, portando a risultati contrastanti anche in presenza di situazioni analoghe. Ad esempio, lo stesso manufatto può essere considerato pericoloso in una regione e non in un’altra, creando confusione e incertezze operative. Questo problema è emerso in modo particolarmente evidente nei confronti tra le normative delle diverse regioni, come Lazio, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, dove gli algoritmi di valutazione portavano a conclusioni differenti riguardo agli stessi manufatti(Analisi-comparativa-ind…).
Obiettivi della prassi
La prassi UNI/PdR 152-1:2023 si pone come uno strumento di riferimento nazionale, con l’obiettivo di:
- Definire i parametri per valutare lo stato di conservazione delle coperture e dei tamponamenti in lastre di cemento-amianto.
- Fornire criteri chiari e oggettivi per stimare il degrado delle coperture, valutando il rischio potenziale di rilascio di fibre di amianto nell’ambiente.
- Permettere ai professionisti del settore di seguire un percorso standardizzato per stabilire le azioni da intraprendere, che possono variare dal semplice monitoraggio alla bonifica o rimozione delle coperture.
Applicazione della prassi: Una fase di transizione
In una prima fase, è importante sottolineare che la prassi UNI/PdR 152-1:2023 non sostituisce i protocolli già approvati dalle regioni italiane nell’ambito dei vari piani amianto regionali. In quelle regioni dove esistono già metodi di valutazione dell’indice di degrado consolidati e formalizzati, i professionisti continueranno ad applicare le disposizioni locali.
Tuttavia, la prassi diventa un riferimento prezioso nelle regioni in cui non esistono protocolli specifici, o dove la normativa non offre indicazioni precise. In questi casi, i tecnici potranno utilizzare i criteri delineati nella UNI/PdR 152-1:2023 per condurre valutazioni oggettive e strutturate, assicurando una maggiore omogeneità a livello nazionale. L’auspicio è che, con il tempo, la prassi venga accettata come uno strumento universale per la valutazione dell’indice di degrado in tutto il paese.
Parametri di valutazione e azioni da intraprendere
Il cuore della prassi risiede nella definizione di un algoritmo di valutazione che assegna punteggi ai diversi parametri relativi allo stato di conservazione dei manufatti in cemento-amianto. Tra i principali fattori presi in considerazione, vi sono:
- La presenza e lo stato dei trattamenti superficiali delle coperture.
- La compattezza del materiale e l’eventuale affioramento di fibre.
- L’eventuale presenza di crepe, rotture o altri segni di degrado.
- L’accumulo di materiale polverulento nelle grondaie o la formazione di stalattiti.
Ogni parametro riceve un punteggio specifico, e il risultato complessivo determina le azioni da intraprendere:
- Rimozione parziale o totale del manufatto, se il punteggio supera i 50 punti.
- Bonifica (incapsulamento o confinamento) o altri interventi di riduzione del rischio, per punteggi compresi tra 25 e 50.
- Monitoraggio annuale, se il punteggio è inferiore a 25
L’appello di Fabrizio Protti, Presidente dello Sportello Amianto Nazionale
Fabrizio Protti, Presidente dello Sportello Amianto Nazionale, ha sottolineato l’importanza di adottare la prassi come standard di riferimento nazionale, facendo appello a tutte le istituzioni italiane per promuoverne l’applicazione.
Faccio appello al Ministero dell’Ambiente e al Ministero della Salute, a tutti i governatori, agli assessori all’ambiente di tutte le regioni italiane e agli uffici tecnici degli assessorati, non solo delle regioni dove un metodo di valutazione non è ben chiaro e presente, ma anche in quelle regioni dove il metodo è già consigliato, di voler valutare la prassi scritta dall’Ente Italiano di Normazione e di renderla omogenea alle normative regionali. Dobbiamo necessariamente andare verso un’uniformazione della valutazione del rischio derivante da un manufatto contenente amianto, per evitare paradossi normativi in cui un cittadino con una casa al confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna si trovi con metà tetto giudicato pericoloso e l’altra metà valutata come sicura. Questi paradossi creano confusione, e la confusione genera un’area grigia di elusione dei propri doveri. Aiutateci a rendere organica la prassi al fine di definire una strada chiara per tutti, tra diritti e doveri dei cittadini, sulla corretta gestione del rischio a livello nazionale.
Dichiarazione di Fabrizio Protti Sportello Amianto Nazionale
UNI insieme a Sportello Amianto Nazionale per un approccio coerente e universale
La UNI/PdR 152-1:2023 rappresenta un importante passo avanti verso una gestione omogenea e coordinata del rischio amianto in Italia. La sua adozione potrebbe consentire di colmare le attuali lacune normative e di evitare confusione nei processi di valutazione. Con il tempo, e grazie al sostegno delle istituzioni nazionali e locali, questa prassi potrebbe diventare un riferimento universale, contribuendo alla protezione della salute pubblica e garantendo un approccio coerente su tutto il territorio nazionale
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