BONIFICHE AMIANTO EDIFICI PUBBLICI 430 MILIONI A DISPOSIZIONE “SERVONO REGOLE E OBBLIGHI”
OGGI INIZIA LA SCRITTURA DELLE REGOLE CHE LE REGIONI DOVRANNO RISPETTARE PER ACCEDERE AI 430 MILIONI DI PROVVISTA STANZIATA NELL’FSC 2014/2020 DI CUI LO SPORTELLO AMIANTO NAZIONALE PRESENTA IL DETTAGLIO
PROTTI SPORTELLO AMIANTO “CHE LE REGOLE ESCLUDANO CHI NON FA IL PROPRIO DOVERE“
All’interno del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020, con delibera CIPE n. 55 del 1.12.2016 fu dettagliato sotto la direzione operativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con la competenza alla Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque (STA), l’Addendum al Piano Operativo “Ambiente” che nello specifico gestisce i fondi dedicati alle Regioni Italiane per procedere nella ristrutturazione del patrimonio Pubblico per la Salvaguardia della salute, attraverso la Bonifica dell’amianto.
Perciò nello specifico con propria Delibera n. 25 del 10 agosto 2016, il CIPE ha ripartito le risorse FSC 2014-2020 già messe a disposizione dall’allora Governo e ha destinato 1,9 miliardi di euro al Piano Operativo afferente l’area tematica “Ambiente”, individuando inoltre i principi ed i criteri di funzionamento e utilizzo delle medesime risorse FSC.
Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della Coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Il Fondo prevede le risorse finanziarie aggiuntive nazionali, destinate a finalità di riequilibrio economico e sociale, nonché a incentivi e investimenti Pubblici.
Per quanto concerne l’utilizzo delle risorse del Fondo, la normativa attribuisce al CIPE il compito di ripartire, con proprie deliberazioni, la dotazione del Fondo tra gli interventi in esso compresi.
Nel bilancio di previsione per il triennio 2019-2021 (legge n. 145/2018 e relativo D.M. Economia 31 dicembre 2018 di ripartizione delle dotazioni dei singoli programmi di spesa in capitoli), il capitolo 8000 dello stato di previsione del Ministero dell’economia, presenta una dotazione complessiva pari a 6,3 Miliardi nel 2019, a 6,8 Miliardi nel 2020 e 7 miliardi nel 2021.
Pertanto nell’ottica di rispetto del “Piano Operativo Ambiente” approvato con Delibera n. 55 del 1 dicembre 2016, e nell’ottica del rispetto degli “interventi per la tutela del territorio e delle acque”viene definito il criterio operativo di attribuzione dello stanziamento di interventi prioritari e strategici riguardanti anche i temi della bonifica Amianto.
Oggi al Ministero dell’ambiente al via la prima riunione tecnica della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque (STA) che déterminera i criteri di regolamentazione ed attribuzione che le Regioni Italiane dovranno rispettare per accedere ai fondi già stanziati che ammontano ad un totale di circa 440.000.000 di Euro suddivisi in circa 81 Milioni per gli interventi di bonifica dell’amianto negli edifici pubblici al Nord e il restante per il medesimo scopo al Centro Sud.
Qui di seguito la tabella di dettaglio degli investimenti suddivisi per regione :
Perciò ad oggi la prima riunione che stabilirà i criteri di ammissione che le Regioni Italiane dovranno rispettare per poter attingere al finanziamento pubblico.
“In questi giorni già il Ministro dell’ambiente si era pronunciato sui social annunciando 16 milioni di probabile stanziamento per la Lombardia per la bonifica degli edifici pubblici. Questo stanziamento é una parte del tutto di 430 milioni di Euro che riguarda tutta Italia e che è inquadrato e deliberato nel Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020 approvato nelle scorse finanziarie” dichiara Fabrizio Protti Presidente dello Sportello Amianto Nazionale che prosegue “sono felice che oggi la Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque (STA) inizi a stabilire criteri e regolamenti che mi auguro escludano dall’accesso ai fondi le Regioni che non rispetteranno le regole e sottovalutano la puntualità dei dati. Mi auguro che il primo criterio dirimente sia che non potranno accedere ai fondi le Regioni che non hanno ultimato la mappatura e che non l’hanno armonizzata “geoperimetrandola” come richiesto già da anni dal Ministero e non hanno provveduto all’integrazione dei dati in confronto e sinergia con i dati di Arpa ed ASL. La mappatura è argomento increscioso da 27 anni e lo dimostra lo stato dell’arte e noi dello Sportello abbiamo dimostrato le criticità del sistema con ampie ricerche presentate alla Camera dei deputati e proposto soluzioni con Software OPENSOURCE pubblicati e alla portata di tutti. La Mappatura ha un percorso chiaro che coinvolge 3 livelli e ha 3 precisi responsabili ARPA, ASL, REGIONE ed è quantomeno bizzarro che dopo 27 anni questi enti non siano in grado di armonizzare i dati e si trincerino dietro a difficoltà di organico per non dichiarare i propri default provati dalla mancata consegna armonizzata e univoca dei dati al MINISTERO DELL’AMBIENTE. Detto ciò non voglio proseguire in merito , ma basta guardare la ricerca sugli indici di stato di degrado che abbiamo condotto in passato per capire che sarebbe opportuno anche un controllo delle priorità secondo tali indici che ad oggi sono “nulla” dal momento che spesso quel poco dei censimenti spontanei che si trova pubblicato dalle ASL o non li riporta o li riporta in maniera chiaramente infedele e sbrigativa , dello stile “copia e incolla”” dichiara ancora Protti che conclude “le regole ci sono e sono chiare, ora CI SONO ANCHE I SOLDI e mi auguro che il CIPE obblighi gli enti territoriali, ambientali e sanitari ASL, ARPA, REGIONI a rispettarle interrompendo un processo di deregulation oramai imbarazzante che coinvolge tutte le regioni d’Italia senza esclusione alcuna. Per canto nostro siamo a disposizione e del CIPE e dei Ministeri per comunicare le anomalie comprovate con decine di approfondite ricerche e migliaia di testimonianze raccolte sul campo da Sindaci , Amministratori e Responsabili tecnici Comunali e Regionali che lamentano un individualismo condito da fare e non fare , funzionale al Caos e a questo sistema di armonizzazione dei dati profondamente fallato, come testimonia il NON RISULTATO dopo 27 anni, al fine di migliorare ed addivenire a una armonizzazione virtuosa. Un primo passo è stato fatto con l’istituzione del sito Ministeriale di armonizzazione dei dati , ma se si crede che ora questo strumento funzionale sarà gestito con successo e velocità da chi per 27 anni non ha saputo coordinarsi, si rischia di cadere in una illusione simile a quella degli sportelli amianto gestiti dallo stato. Noi sui territori ci siamo, lavoriamo coordinati ed armonizzati anche con la PA, quella stessa che spesso gli enti dichiarano non collaborativa e collaborante. Centinaia di nuove associazioni comunali ogni anno e centinaia di migliaia di cittadini soddisfatti sono la prova che si può fare , basta volere! Perciò restiamo a disposizione di chi nello Stato vuole e sa remare. Ora regole ferree e basta chiacchiere per dare alibi a burocrati e funzionari degli enti evidentemente “addormentati” da 27 anni“
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