E’ morto Dario Mirabelli Epidemiologo di spicco.

Il mondo della ricerca scientifica e della lotta contro l’amianto piange la scomparsa di Dario Mirabelli, deceduto il 9 febbraio 2025 all’età di 71 anni. Epidemiologo di spicco, Mirabelli ha dedicato la sua vita allo studio degli effetti nocivi dell’amianto sulla salute umana, contribuendo in modo significativo alla prevenzione e alla comprensione delle malattie correlate.

Originario di Milano, Mirabelli si laureò in medicina del lavoro e si specializzò in epidemiologia a Torino, città che divenne la sua seconda casa. Per molti anni, lavorò presso il Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CPO), occupandosi della mappatura dei tumori e dello studio delle loro cause. Fu responsabile del Registro Regionale dei Mesoteliomi, monitorando i casi di tumori causati dall’esposizione all’amianto.

La sua carriera e la sua personalità hanno caratterizzato la figura di un leader perbene, umile e mai sopra le righe, concentrato con impegno costante nella ricerca epidemiologica.

In collaborazione con il collega Corrado Magnani, Mirabelli condusse uno dei più importanti studi epidemiologici italiani sugli effetti dell’amianto, analizzando centinaia di casi di mesotelioma e confrontandoli con gruppi di controllo nella popolazione del Casalese. Questa ricerca ha fornito evidenze scientifiche cruciali sulla pericolosità dell’amianto per la salute umana.

Oltre alla sua attività di ricerca, Mirabelli svolse un ruolo fondamentale come consulente tecnico in numerosi processi giudiziari legati all’amianto, tra cui i noti processi Eternit. La sua competenza e il suo rigore scientifico, la sua obiettività, mai faziosa, sempre oggettiva, furono determinanti nell’accertamento delle responsabilità legate all’esposizione all’amianto e alle conseguenti patologie.

La comunità scientifica e le associazioni delle vittime dell’amianto ricordano Mirabelli come un professionista preparato, rigoroso, umile, mai arrogante e appassionato, sempre sensibile alle implicazioni umane delle sue ricerche, vicino alle sofferenze umane e lontano da protagonismi e individualismi.

La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per la lotta contro l’amianto e per la tutela della salute dei lavoratori esposti a questa fibra pericolosa.

Il suo lavoro instancabile e discreto ha lasciato un’impronta indelebile nella comunità scientifica e nella società, contribuendo a una maggiore consapevolezza sui rischi dell’amianto e promuovendo misure di prevenzione fondamentali per la salute pubblica.

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