BELLI DA MORIRE
I cosmetici potrebbero contenere amianto e non c’è una legge sui controlli.
Il Ministero della Salute e la Comunità Europea parlano chiaro.
Sui cosmetici che tutti noi usiamo esiste una precisa regolamentazione che ne consente la produzione la distribuzione e la vendita.
Le regole sono chiare e ben riportate sui siti dei governanti istruttori e controllori Nazionali (Ministero della Salute ) che Internazionali (Comunità europea) .
Sono talmente tanto chiare che è chiarissimo che ci siamo praticamente dimenticati dell’amianto, perché se pur pericoloso per la salute, non esistono leggi che impongano controlli per prevenire che sciaguratamente possa finire all’interno dei cosmetici.
Dal sito del Ministero della Salute si rileva che esiste un preciso processo per riportare gli ingredienti e che Il glossario degli ingredienti deve tenere conto delle nomenclature riconosciute a livello internazionale, compresa la nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici (INCI) e qualora non sia disponibile una denominazione comune per un determinato ingrediente, va impiegato un termine contenuto in una nomenclatura generalmente riconosciuta.
E qui non ci siamo dimenticati di qualcosa ?
Probabilmente si e come ben riscontriamo la storia non insegna.
Andando di poco indietro con in ricordi, tornando ai primi tempi di questa odiosa pandemia che ci ha distratto un po’tutti ci torna alla memoria che nel 2020 Johnson & Johnson è stata condannata da un tribunale Usa a pagare 2,1 miliardi di dollari di risarcimento danni a causa della presenza di amianto nel talco. La sentenza della Corte d’appello del Missouri ha confermato il verdetto di primo grado contro la multinazionale statunitense, stabilendo che proprio l’amianto contenuto nel talco ha causato il cancro alle ovaie in 22 donne.
E quindi? Non impariamo dal passato ?
I legislatori Nazionali ed internazionali lasciano per ora al buon cuore e all’etica dei produttori e distributori di cosmetici l’arbitrio di controllare o meno se all’interno di alcuni ingredienti utilizzati per “polveri e cremine vellutanti e setose per essere “Belli da Morire” possa esserci amianto.
Parrebbe un controsenso ma perchè seppur l’amianto fibra minerale il cui utilizzo è stato vietato in molti Paesi per il rischio di contrarre gravi malattie sino alla morte derivanti dall’inalazione delle sue fibre richiede particolare attenzione nella loro manipolazione per il solo mantenimento in situ o lo smaltimento in processi dove è più’ facilmente identificabile
Se pur e Malgrado L’amianto sia bandito da anni in Europa e sciaguratamente e ancora dopo anni di lotta l’amianto sia ancora presente nei luoghi di lavoro e su navi, treni, macchinari, tunnel e condutture delle reti idriche pubbliche e private dove è molto evidente la presenza e sarebbe altrettanto evidente come sbarazzarcene
Nessuno ha mai fatto attenzione a livello normativo ad arginare la diffusione di questa fibra per cui non è ufficialmente proibita ne l’estrazione ne l’utilizzo a livello mondiale e percio’ mentre tutti siamo concentrati a guardare il “dito”del passato, peraltro non risolvendolo brillantemente, la mano dell’industria del futuro a causa dell’assenza di una chiara regolamentazione per l’impiego di talco ad uso cosmetico, potrebbe liberamente contaminare di amianto i prodotti personal care. Il talco è un minerale utilizzato da decenni come ingrediente cosmetico, e, grazie alle sue caratteristiche, può essere inserito nel prodotto con diverse finalità: creare una texture setosa e leggera, diluire i prodotti pigmentati e agire come filler.
A seguito delle modalità e dei luoghi di estrazione del talco, i depositi minerali usati per la fabbricazione dei prodotti sono spesso contaminati da amianto e anfiboli, quali tremolite e antofillite.
E’ noto l’ amianto è un cancerogeno ed è risaputo che non esiste un livello di esposizione considerato sicuro per la salute dell’uomo.
Quindi sarebbe importante che a livello normativo fosse chiaro nell’INCI (nomenclatura utilizzata nell’etichettatura cosmetica) dove presenti i termini che indicano la presenza di talco (Il minerale può essere infatti etichettato come Talc, Talcum, Talcum powder, Cosmetic talc, e Magnesium silicate) che esistesse una norma che obbligasse a riscontrare se quel talco è amianto free
Pazzia ? Eccesso di allarmismo ?
Pare di no dal momento che un indagine FDA (Food and Drug Administration, US partita nel 2017 ha rilevato la presenza di amianto in diversi prodotti personal care per bambini. Oltre al ritiro dei lotti incriminati (tra cui il famoso talco J&J), la FDA ha continuato a testare altri prodotti per analizzare la presenza di amianto, selezionandone un numero ampio e con caratteristiche differenti, tra cui ad esempio il tipo di prodotto, il prezzo, prodotti popolari sui social media e nella pubblicità, prodotti per bambini e, se presenti, prodotti già incriminati sulla potenziale presenza di amianto da studi indipendenti.
E’ chiaro che I produttori cosmetici ovviamente non aggiungono amianto intenzionalmente ai loro prodotti, ma proprio a causa della mancanza di una regolamentazione chiara e adeguata sul talco, il controllo della presenza di amianto non è obbligatorio e il che crea certamente un buco normativo pericoloso per la salute.
Come si verifica l’eventuale presenza di amianto nei cosmetici ?
L’EPA raccomanda l’utilizzo della tecnologia d’avanguardia TEM (Transmission electron microscopes) per testare l’amianto, preferibile e più sofisticata rispetto ad altre metodiche, quali X-Ray Diffraction (XRD) o Polarized Light Microscopy (PLM).
Sta di fatto che oggi questo non è obbligatorio perché probabilmente le nonne dei legislatori Nazionali ed Internazionali sapevano che “se balla devi apparire uno poco devi soffrire” e quindi andando in profumeria dovremo restare con il dubbio di essere “Belli da Morire”
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