AMIANTO: CHIEDE CONTROLLO DELL’ASL. LE CHIEDONO DI PAGARE E NON SI PRESENTANO

Accade a Rieti dove una cittadina ci racconta che per come dice la legge presenta un esposto all’ASL di competenza per verificare se alcuni manufatti in Cemento Amianto presenti un una proprietà adiacente alla sua fossero pericolosi per la salute pubblica.

Oggi in piena emergenza COVID19 tutto sembra passare in secondo piano, ma appare evidente che le situazioni di pericolo per la salute pubblica in Italia sono molteplici e di molte non si parla di “emergenza” perché come l’amianto è ben chiaro all’Italia tutta, Politica e non, che da 28 anni a questa parte muoiono ogni anno in Italia 1500 persone per malattie direttamente correlate all’amianto ma nessuno è stato ed è in grado di muovere un dito.

La nebbia è ancora alta ! Qualche Ministro proclama a sproposito seguito da parlamentari sparsi e il vento di riscossa per i morti del progresso che aumentano anno per anno e sono destinati ad aumentare, si alza a ridosso di qualche elezione per poi sparire appena dopo. D’altronde se non fosse così anche l’ultimo dei “coglioni” avrebbe risolto dopo 28 anni un problema che ha una fonte tangibile ed identificabile.

Detto ciò però alcune leggi esistono e dovrebbero essere chiare. C’è una legge NAZIONALE suffragata poi da molte leggi Regionali che dice che in via Volontaria tutti i proprietari di Manufatti in Cemento Amianto avrebbero dovuto dichiararne la proprietà all’Azienda Sanitaria Locale ( Asl, Asul, Ats e chi più ne ha più ne metta) e queste avrebbero dovuto mantenere aggiornato un registro che determinasse un censimento dei Manufatti in Cemento Amianto presenti sui territori, perché si sa e si vede ora con il COVID19 se non conosci il nemico, non lo identifichi e non lo mappi, ben difficile che tu riesca a mettere in atto azioni sinergiche ed efficaci per sconfiggerlo, “checchè” ne dica qualche “ultimo dei coglioni” che da 28 anni da fiato alla bocca forte della qualifica di consulente di questo o di quel Ministro.

Ma passiamo oltre, la legge dice che fronte di un “Esposto” di presenza di manufatti in cemento amianto probabilmente pericolosi per la salute pubblica, presentato da un cittadino presso gli uffici competenti al controllo ed alla amministrazione territoriale, Comune ed Azienda Sanitaria, quest’ultima quale ente preposto al controllo deve fare uscire Suoi tecnici competenti a verificare l’eventuale situazione di pericolo, che se confermata, dovrà essere risolta dal Primo cittadino attraverso l’emissione di una ordinanza Sindacale in capo al proprietario del manufatto obbligandolo alla rimozione del pericolo per la salute pubblica appunto.

La legge non lascia spazio ad interpretazioni, è chiara : “Io denuncio all’autorità sanitaria, l’autorità sanitaria esce, controlla e se c’è pericolo avverte il Sindaco che provvede a emettere l’ordinanza di obbligo di rimozione” (E questo percorso come se non bastasse è stato confermato negli anni da decine di sentenze di cassazione ampliando la più larga ed “ininterpretabile” letteratura delle responsabilità oggettive e giuridiche)

Purtroppo nella nostra storia di Sportello Amianto Nazionale in 3 anni di raccolta di contatti con cittadini di tutta Italia a cui abbiamo spiegato come agire (Lo Sportello ha assistito in merito circa 600.000 richieste di aiuto da altrettanti cittadini) , abbiamo fatto collezione delle risposte che le Aziende Sanitarie di tutta Italia si “prodigano a scrivere” probabilmente per non intervenire, o forse per cercare di scaricare le responsabilità, per interpretare l’interpretabile così forse giocando un eterno scaricabarile che vede una vittima sola il cittadino inerme che spesso e volentieri scoraggiato rinuncia per non affrontare processi e ricorsi contro chi sembrerebbe non svolgere ed interrompere un servizio pubblico a lui imputato.

Mai però ci era capitato di vedere un’episodio come quello che ci racconta sotto la propria responsabilità e ferma nelle sue dichiarazioni la Signora Alessandria di Rieti, suo comune di residenza,  che denunziata la presenza di Manufatti in Cemento Amianto presso una proprietà , non vedendosi contattata da nessuno, chiama e richiama l’Azienda Sanitaria Locale che, dapprima tenta di scaricare la responsabilità, ma poi a fronte dell’insistenza e della preoccupazione della Signora Alessandra fa una mossa che forse illegittimamente tante ASL fanno e chiede dei soldi alla signora , giustificando il versamento “preventivo” all’intervento, quale copertura spese per i tecnici dell’ufficio igiene pubblica dell’ASL di Rieti che sarebbero dovuti intervenire a visionare i manufatti denunziati quali potenzialmente pericolosi dalla Signora Alessandra.

Orbene, ne abbiamo viste tante e abbiamo contribuito anche ad aiutare tantissimi Comuni Italiani a scrivere regolamenti che servono per indicare al cittadino come muoversi nella segnalazione degli Esposti e molte volte abbiamo anche visto “e non condiviso” che se dopo l’intervento dell’ASL esso fosse risultato negativo “Falso intervento” alcune ASL si riservano di chiedere i soldi dell’uscita al cittadino, quasi come una sorta di dichiarazione preventiva volta a dissuadere il cittadino, come se tutti i cittadini d’Italia non abbiano altro che fare se non fare false denunzie per pericolo per la salute pubblica.

Ma detto ciò mai ci era capitato di sentire dalla viva voce di un cittadino e testimoniato dalle pezze giustificative inviateci,  che un ente pubblico chieda dei soldi anticipati per svolgere ciò che è ben chiaro essere un proprio compito istituzionale regolamentato dalla legge. È come se andando al Pronto Soccorso con una Sanità Pubblica ci trovassimo un medico che ci dice: “io non ti faccio la lastra se prima non paghi”… non gira.

Comunque la Signora Alessandra spaventata dalla situazione di potenziale pericolo il giorno 31 Ottobre del 2019 effettua un versamento di Euro 106,70 sul conto corrente dell’ASL territoriale di Rieti, con causale “Sopralluogo tetti presunto Amianto Cottanello Rieti”, per come indicato dal Funzionario della ASL che le ha fornito il numero di CC, l’importo e garantito che solo così sarebbero usciti ad effettuare il sopralluogo.

Da quel momento, fatta la festa gabbato lo santo !

Numerose le Mail di sollecito della Signora Alessandra, post versamento richiedendo l’intervento, sino a che 4 Mesi dopo un funzionario dell’ufficio di Igiene Pubblica dell’ASL telefonò alla Signora “Alessandra” dicendo che non poteva certamente pensare che l’ASL uscisse a controllare tutte le situazioni di presunto pericolo e che se mai ci fosse stata una situazione di reale pericolo di stare tranquilla che sarebbero intervenuti.

Ora se il racconto della Signora Alessandra fosse confermato, come potremmo definire il comportamento dell’ASL di Rieti?

Questo sarebbe Furto?

Truffa?

Appropriazione Indebita?

Quale protocollo legittimato dallo Stato ha seguito l’ASL per acquisire dei danari per un servizio che allo stato dell’arte, a 5 mesi dal pagamento non ha ancora svolto e sembrerebbe avere addirittura declinato telefonicamente da quanto racconta Alessandra?

Sia chiaro noi pubblichiamo ciò che la Signora “Alessandra” ci ha riferito e possiamo suffragarlo con le copie del versamento effettuato all’ASL, probabilmente si tratta di un fisiologico ritardo nell’intervento da Ottobre 2019 a Marzo 2020 e o la Signora Alessandra ha capito male la telefonata del funzionario del servizio di Igiene pubblica dell’ASL che dichiara la volontà di NON INTERVENIRE, oppure magari lui ha agito a titolo personale e non in nome e conto dell’ente che in ogni caso sembrerebbe avere incassato i soldi certamente senza essere ancora intervenuto.

Ci auguriamo che tutto si sistemi e che il cittadino sia, come deve essere, messo al centro del rispetto delle Istituzioni fatte quasi sempre da persone perbene, oneste e volenterose.

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