L’AMIANTO che sparisce. Succede nelle Marche. Possibile ?

Lo Sportello Amianto Nazionale esprime grande preoccupazione riguardo alla vicenda del Capannone Nervi a Porto Recanati, dove emerge una clamorosa discrepanza sulle analisi che avrebbero dovuto confermare la presenza di amianto. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Andrea Michelini, ha recentemente denunciato pubblicamente che, nonostante una spesa di oltre 100.000 euro per l’incapsulamento del tetto, il pericoloso materiale sembrerebbe non esserci mai stato.

La vicenda ha inizio nel 2014, quando, a seguito dell’inaspettata vittoria del centro-sinistra alle elezioni, l’Ufficio Tecnico del Comune di Porto Recanati affida una valutazione del rischio amianto presso il capannone dell’ex Montecatini a una ditta specializzata. Le analisi condotte allora rilevarono la presenza di amianto del tipo “crisotilo” sul tetto del paraboloide del capannone. Questi risultati portarono alla decisione di procedere con un intervento urgente di bonifica, autorizzato nel 2017 dalla Giunta Mozzicafreddo, per una spesa di 100.000 euro. I lavori di incapsulamento furono quindi commissionati e regolarmente eseguiti.

Tuttavia, nel 2021, durante ulteriori indagini condotte dall’amministrazione del sindaco Michelini e da un nuovo Responsabile Rischio Amianto, emerge una nuova verità: le analisi più recenti, condotte da un diverso certificatore, hanno escluso la presenza di amianto sul tetto del capannone. Questi risultati, che si sono rivelati negativi anche dopo ulteriori verifiche, sollevano gravi interrogativi. «Non sapevamo se essere contenti per la scomparsa del “mostro” ambientale o esterrefatti per quanto emerso dai risultati di laboratorio», ha dichiarato il sindaco Michelini.

Lo Sportello Amianto Nazionale sottolinea come questa situazione rappresenti un evidente fallimento della catena di controllo, che richiede ulteriori verifiche per garantire che le analisi e le operazioni eseguite siano state condotte in modo trasparente e professionale. he ci sono delle discrepanze anche riferite alla certificazione dei laboratori che hanno effettuato le analisi che la cronaca e il comune a prima vista non chiariscono.

Il Comune di Porto Recanati, se effettivamente proprietario dell’immobile, aveva da sempre la responsabilità del censimento e del monitoraggio dell’amianto, secondo quanto previsto dalle normative vigenti, inclusi gli obblighi derivanti dal Decreto Ministeriale 6 settembre 1994. In base a questa normativa, un Responsabile Rischio Amianto (RRA) avrebbe dovuto essere nominato dalla giunta comunale precedente, incaricato di eseguire il censimento riguardo la presenza di amianto in tutti gli stabili di proprietà comunale.

Anche se è vero che l’obbligo di nomina dell’RRA e le relative attività di censimento sussistono solo per gli edifici in cui operano lavoratori, è evidente che lo stabile segnalato, pur abbandonato da decenni, fosse comunque già sotto attenzione da parte delle amministrazioni comunali succedute nel tempo. Seguendo le prassi, il Responsabile Rischio Amianto avrebbe dovuto far analizzare le campionature presso un laboratorio certificato dal Ministero della Salute, come previsto dalla legge. Questi laboratori, infatti, sono sottoposti a rigorosi controlli ministeriali, sia per quanto riguarda le metodologie di analisi utilizzate sia per l’accuratezza delle apparecchiature impiegate.

Tuttavia, sorge spontanea la domanda: come è possibile che oggi si affermi che chi ha condotto le analisi possa essersi sbagliato? La presenza di amianto, o la sua assenza, non è questione da prendere alla leggera, poiché implica non solo rischi per la salute pubblica ma anche la possibilità di gravi inefficienze nella catena di controllo e monitoraggio del rischio.

Il punto di svolta, secondo l’amministrazione comunale, sembra essere stato l’introduzione della rotazione degli incarichi, che ha portato alla nomina di un nuovo Responsabile Rischio Amianto. Il nuovo responsabile ha commissionato ulteriori analisi a una ditta diversa, le quali hanno smentito le conclusioni precedenti, suscitando non solo sospetti di inefficienza, ma anche timori di uno spreco di denaro pubblico. «Se la cosa venisse confermata in maniera definitiva, si tratterebbe di un danno enorme per l’ente, oltre che di una clamorosa “beffa” dai risvolti preoccupanti», ha concluso il sindaco Michelini.

Lo Sportello Amianto Nazionale intende seguire con attenzione la vicenda, mettendo in primo piano la tutela della salute pubblica. La sicurezza dei cittadini non può essere lasciata alla mercé di errori o di discrepanze amministrative. È fondamentale che le istituzioni locali e nazionali collaborino per fare luce su quanto accaduto e assicurare che episodi simili non si ripetano.

Enquire now

Give us a call or fill in the form below and we will contact you. We endeavor to answer all inquiries within 24 hours on business days.