Sotto il vestito: Morte
I colossi dell’Amianto procedono con il MakeUp e tolgono il termine “Amianto” dal nome delle industrie e dicono di creare manufatti realizzati con rifiuti minerali “ecocompatibili”
Il mese scorso, nella regione di Sverdlovsk, Russia, è stata inaugurata una nuova fabbrica di proprietà del colosso minerario Uralasbest, il secondo più grande conglomerato di estrazione di amianto in Russia. L’impianto, situato strategicamente vicino alla miniera di crisotilo della città di Asbest, ha un costo di 104 milioni di rubli (circa 1,1 milioni di dollari USA) e produrrà annualmente fino a 120.000 metri quadrati di prodotti edili, tra cui pannelli per facciate, recinti, e modanature in cemento-amianto
Durante la cerimonia inaugurale del 13 marzo 2024, alla quale hanno partecipato figure di spicco del governo locale, tra cui il vice governatore della regione di Sverdlovsk, Dmitry Ionin, e il direttore del Governor’s Programs Fund, Yuri Pinaev, i leader hanno promesso il loro pieno sostegno all’iniziativa, considerata cruciale per allontanare la città di Asbest dalla sua “mono-dipendenza” dall’amianto. La fabbrica è stata descritta come una struttura ecologica destinata a produrre materiali da costruzione innovativi e richiesti sia a livello regionale che internazionale.
La Polvere Minerale: La Verità Nascosta
Dietro l’entusiasmo e le lodi per la nuova fabbrica, c’è una preoccupante realtà nascosta: la produzione di questa nuova impresa si basa sull’utilizzo di “polvere minerale”, un materiale recuperato dalla lavorazione della roccia estratta nella miniera di Asbest. Mentre i dettagli esatti della composizione di questa “polvere” non sono stati specificati durante l’inaugurazione, successive indagini hanno rivelato che si tratta prevalentemente di serpentinite, un minerale che contiene spesso crisotilo, il tipo di amianto estratto da Uralasbest.
Il crisotilo è un noto cancerogeno, ampiamente utilizzato nell’edilizia ma soggetto a crescenti divieti internazionali a causa della sua pericolosità per la salute umana. Nonostante i tentativi dell’azienda di presentare i nuovi prodotti come “ecocompatibili”, sembra probabile che la polvere minerale utilizzata nella produzione derivi dai rifiuti di lavorazione del crisotilo, una sostanza che dovrebbe essere trattata con estrema cautela e non essere riutilizzata senza adeguati controlli di sicurezza.
Una Lunga Storia di Inganni nell’Industria dell’Amianto
L’industria dell’amianto ha una lunga tradizione di nascondere i rischi associati al materiale. In passato, le aziende produttrici hanno spesso evitato di menzionare la parola “amianto”, sostituendola con nomi ingannevoli come “fibro” in Australia o “Limpet” e “Ferodo” nel Regno Unito. Queste pratiche di marketing ingannevole miravano a minimizzare i rischi per i consumatori e a evitare la crescente ondata di divieti a livello mondiale.
Uralasbest e altre aziende russe produttrici di amianto continuano a utilizzare simili strategie di disinformazione. La recente apertura della fabbrica di Vestra, con il suo apparente obiettivo di utilizzare rifiuti minerali “ecocompatibili”, solleva molte domande su cosa sia effettivamente contenuto nei materiali utilizzati e sui rischi a lungo termine per i lavoratori e per chi acquisterà questi prodotti edili.
Il Futuro dell’Amianto in Russia e nel Mondo
L’inaugurazione di questo nuovo impianto, vista in un contesto globale, mette in luce la pericolosa strategia del governo russo e delle sue aziende produttrici di amianto di continuare a sfruttare una sostanza che è stata messa al bando in oltre 70 paesi. Le rassicurazioni che questi nuovi prodotti edili siano sicuri non reggono alla luce delle precedenti dichiarazioni dei portavoce di Uralasbest, che nel 2021 hanno parlato della necessità di “mettere a frutto i rifiuti generati dal suo impianto di lavorazione dell’amianto”.
Non è difficile immaginare che la “polvere minerale” menzionata nei recenti comunicati sia composta almeno in parte da rifiuti di crisotilo, che fino a poco tempo fa venivano semplicemente smaltiti in discarica. Se così fosse, il rischio per i lavoratori della fabbrica e per i futuri acquirenti dei prodotti edili derivati da questa “polvere” potrebbe essere estremamente alto.
L’industria dell’amianto continua a giocare una partita pericolosa, nascondendo i veri rischi dietro un linguaggio ingannevole e operazioni di pubbliche relazioni ben orchestrate. La nuova fabbrica di Uralasbest è solo l’ultimo esempio di come i profittatori dell’amianto cerchino di mascherare le loro operazioni sotto una patina di sostenibilità e innovazione, mentre continuano a mettere a rischio la salute di lavoratori e consumatori. Non resta che sperare che la verità venga a galla prima che sia troppo tardi e che le responsabilità vengano finalmente attribuite a coloro che hanno causato danni irreparabili.
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